Circa un anno fa, quando decisi di aprire questo blog, la scintilla che fece scaturire questa malaugurata decisione fu il concerto che i The Gaslight Anthem tennero a Milano ad ottobre. Dopo svariati anni si riaccese in me la voglia di parlare e condividere con altri, stralci di buona musica, perchè proprio i TGA risvegliarono in me quella voglia di rock and roll che si ha quando si è sbarbati e che si era sopita per diverso tempo, prigioniera della routine, del "giàsentito" e di quell'appiattimento generale figlio della musica digitale dell'era Internet.
Con i The Gaslight Anthem era tutto diverso, ecco ritornare il bisogno di approfondire gli ascolti dei loro album e di far girare il caro e vecchio vinile nello stereo, magari tenendo stretta la copertina tra le mani.
Le prime recensioni ( ok chiamiamole cosi...) furono proprio il loro bestseller 59 Sounds ed il successivo American Slang ed oggi mi sembra doveroso chiudere il cerchio con il loro debutto discografico.
Sink or Swim è veloce, diretto, sognatore ed ingenuo, ma sotto la superficie troviamo molto di più, troviamo il songwriting di Brian Fallon in fase embrionale, il suo cantato roco ed incertoche diventerà un trademark della band, cosi come i testi, vere e proprie fotografie di "american life" fatta di Highways, macchine veloci, amori, sogni e promesse.
Molti lo hanno definito punk rock forse per il modo di proporsi cosi diretto, ma nelle dodici tracce troviamo tanto rock americano, Bruce Springsteen su tutti a benedire una band che in poco più di mezz'ora darà inizio ad un ibrido che diverrà un vero e proprio genere musicale nei successivi tre anni.
L'opener Boomboxes and Dictionaries potrebbe esserne il manifesto con il suo ritmo incalzante ed un chorus che chiede solo di essere cantato senza freni inibitori e poi via con le successive Wooderson, We Came to Dance ed il tributo ad un altra icona rock per eccellenza: Joe Strummer. In I'd called you Woody(il nickname di Strummer agli esordi) Fallon e soci regalano un tributo sincero a chi ha ispirato il loro lifestyle e la loro attitudine, magari con l'ingenuità della gioventù e della "prima volta", ma a chi come me è è cresciuto a "pane e Clash" non può non scendere una lacrimuccia sui versi di questa canzone.
And I never got to tell him so I just wrote it down,
I wrapped a couple chords around it and I let it come out,
When the walls of my bedroom trembled around me,
To this ramshackle voice over attack of a bluesbeat,
And a girl, on the excitement gang.
That was the sound of the very last gang in town.
Ma il riassunto di tutta questa frenesia giovanile è nella veloce Drive, il traite d'union con quello che sarà, ad oggi, il loro capolavoro 59 Sounds: il tema del viaggio come fuga dalla noia di provincia e con la voglia di vivere la vita, senza rifugiarsi nel disagio che ha sempre contraddistinto molti esponenti della scena punk rock, ma con la consapevolezza che l'allontanarsi dalla quiete dallla cittadina può solo portare a nuove esperienze e ad una crescita interiore.
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