venerdì 12 agosto 2011

Tabula Rasa Elettrificata C.S.I. (Universal Music 1997)











Partiamo da un viaggio che fecero Zamboni e Ferretti verso la metà degli anni Novanta in Mongolia, un viaggio che cambia la testa e lascia dentro tanto su cui riflettere, soprattutto su due grandi pensatori che hanno contribuito a scrivere grandi pagine di musica e di cultura.  Ormai il comunismo che aveva dato ispirazione ai CCCP è morto e sepolto ed è ora di vagare per quelle terre cosi lontane e decadenti per estraniarsi ancora una volta dalla società consumistica e purificare la mente: dagli appunti di viaggio nasce un libro prima, ed una trasposizione musicale poi, che trova forma in questo album.
T.R.E. è un disco complesso, dalle tante sfaccettature, un lavoro che richiede grande attenzione soprattutto nel seguire il filo conduttore che si dipana lungo il concept, ma anche le trame musicali non sono da meno: la mente Maroccolo con il suo basso intreccia trame su cui possono sbizzarirsi il duo Zamboni-Canali in un noise chitarristico che va da scariche elettriche violente ad atmosfere rarefatte. Ferretti dall'alto recita i suoi sermoni e la voce di Ginevra Di Marco è la ciliegina sulla torta.
Con Unità di Produzione si aprono, si fa per dire, le danze: una rievocazione di un passato che ormai è morto e sepolto, un Est del mondo dove aleggia ancora lo spettro della fredda burocrazia politica, ma che ormai deve lasciare spazio ad una nuova visone globale. La Mongolia è vista come una tabula rasa su cui ricostruire tutto...sin dalla foto sulla copertina dove si vede l'infinita steppa con i contadini e sullo sfondo i "mostri" dell'industria e del capitalismo che la stanno trasformando.
Forma e Sostanza fu il primo singolo che grazie al suo impatto lanciò l'intero album in testa alle classifiche italiane rendendolo un Bestseller: quanto sa essere beffarda la vita, proprio in una canzone dove Ferretti diceva " Non voglio comprare, ne essere comprato!"
I pezzi successivi sono invece un addentrarsi nella spiritualità e nell'essenza che, un paese lontano come la Mongolia può dare. La tradizione, i costumi, la lingua vengono sviscerati nel trittico Ongii-Gobi-Bolormaa, tra atmosfere mistiche, canti popolari ed un bisogno urgente di ritornare al passato, alle radici delle cose. Canzoni che sanno di terre infinite, monasteri, incensi e di purificazione interiore, dopo tanti anni spesi a dar battaglia alla società moderna.
Però il colpo di coda del punk della Via "RozzEmilia" si slancia con il finale Mimporta una Sega, epitaffio di questo album che chiude il binomio CCCP-CSI, la carriera e la fine di un movimento, quello indipendente italiano, che negli anni Novanta trovò terreno fertile e grande esposizione mdiatica. Con il primo posto in c lassifica di questo disco si chiude tutto, come una perdita dell'innocenza di tante band che verrano estrapolate dal sottosuolo muiscale, date in pasto alle major e fatte implodere dal business.
P.S.
il libro dove trovate gli appunti di viaggio si intitola In Mongolia in Retromarcia di Massimo Zamboni edito da NDA Press, Collana Contrasti. Buona Lettura!!!

www.rudepravda.net  ( sito che raccolgie info su CCCP-CSI-PRG)
www.myspace.com/csitribute






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