martedì 23 agosto 2011

Road, Bridges and Ruins Nothington (BYO Records 2009)












Onestamente fino a qualche settimana fa questi Nothington erano dei perfetti sconosciuti per me, ma il mio intrresse nei loro confronti è aumentato giorno dopo giorno man mano che il loro cd continuava a girare ininterottamente nel mio stereo.
Di loro si sa che provengono da San Francisco, che si sono formati verso la fine del 2006 grazie a Jay Northington(voce e chitarra) e Gabe Lindmen(batterista) provenienti da altre esperienze in ambito punk-hardcore durante il primo lustro del nuovo secolo ed hanno gia all'attivo un album datato 2007.
Questo è il loro secondo album, una mezzora abbondante di ottimo punk rock che spazia anche nell'hardcore melodico, ma soprattutto un lotto di canzoni intense ed emozionanti, un disco che, una volta ascoltato, lo si vuole fare proprio,possederlo, studiarlo, parlarne ed impararlo a memoria, sperando che la band passi in tour vicino casa per andare a vederli dal vivo.
A Mistake è l'opener ideale, da energia e coinvolge sin dal primo ascolto. Le successive If You Say So, Another Day e Not Looking Down sono un terzetto veloce, giocato su riff di chitarra che inseguono il cantato di Jay, la sua voce roca, in bilico tra Mike Ness e Tom Waits è il giusto compendio tra rabbia e melodia, ben supportata dalle backing vocals, pulite che fanno da contrasto e danno profondità ai pezzi.
Musicalmente i Nothington mi ricordano molto i Leatherface, band sottovalutata ma dal grande talento, ma anche i primi Social Distorsion ed i Face to Face, ma alla resa dei conti i Nothington suonano come ..i Nothington. Questo è il punto! Hanno un sound dannatamente personale tanto quanto  coinvolgente.
Stop Screaming è l'unica concessione a ritmi più cadenzati, prima di entrare nella parte più calda del disco: The Ocean e This Conversation Ends sono i gioielli  più preziosi di questa collezione, due songs che sembrano costruite apposta per lanciarsi sotto il palco per cantarle a squarciagola, linee melodiche semplicemente irresistibili giocate sull'alternarsi delle due voci e da cori che chiedono di essere liberati.
Quanta rabbia in queste canzoni, testi pervasi da sano nichilismo, alienazione  e solitudine, caratteristiche perfettamente amalgamate con il sound di una band che non lascia scampo.
Build your house of cards so high
Your blind ambitions just like mine
You knew this story had an end
It's pointless to pretend
Looks like it's over now
Count the days out loud
Don't look back at all
I can't catch you if you fall
It's not a choice I made
There's nothing left to say
Just give it up somehow

 Il finale nulla toglie e nulla aggiunge alla bellezza di questo album, che vi consiglio caldamente di procurarvi affinchè questi piccoli capolavori non passino inosservati. E adesso attendo l'imminente seguito!
www.myspace.com/nothington
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