Dopo aver fatto conoscere al mondo i devastanti effetti della loro musica lisergica, grazie a Blues for the Red Sun, i Kyuss passano sotto major e danno alla luce Welcome to the Sky Valley, a detta di molti la vera e propria bibbia dello stoner sound.
Rispetto al folgorante debut troviamo la dipartita di Nick Olivieri al basso, prontamento sostituito da Scott Reeder, vecchia conoscenza della scena Doom Metal anni'80. La dipartita di Nick toglie quel tocco acido ed anfetaminico al sound dei Kyuss, regalando un ammorbidimento generale dei suoni, angoli più smussati e un ammiccamento verso lidi più melodici, anche se tutto questo è da prendere con le pinze, visto che WTSV non è un disco commerciale o di facile ascolto, anzi richiede parecchia concentrazione per inoltrarsi nelle trame intricate di questo "Desert Sound".Se il Sole rosso cremisi era l'immagine che veniva evocata nel precedente album, ora cit roviamo davanti a paesaggi crepuscolari, evocati da sonorità più cupe ed introspettive, come ben testimonia la cover del disco,un fascio di luce che evidenzia un cartello in mezza al Nulla di una polverosa highway americana.
Sky Valley è composto da tre suite formate da tre brani ciascuna( tranne l'ultima che è di quattro) e si apre con Gardenia, un mid tempo saturo che ormai è diventato un classico per i Kyuss, grazie al suo wall of sound che pare un caterpillar inarrestabile cosi come la "assurda" Supa Scoop and Mighty Scoop, impossibile da decifrare per i suoi cambi di tempo e le sue sferzate hard rock imbottite di acidi. Tra i vari passaggi si possono percepire sonorità che poi saranno sviluppate da Josh Homme nei suoi Queens of the Stone Age, perchè dciamolo, l'alchimia che si era formata tra i quattro era qualcosa di unico, ma che poi esauritasi è riuscita ad andare avanti e svilupparsi sotto altre forme e gli echi lasciato dai Kyuss sono percepibili anche nel decennio successivo la loro scomparsa.
100 Degrees potrebbe essere la copia di Green Machine con il suo incedere da headbanging, mentre il contrasto lo fa Space Cadet, onirica ballata che ci porta in una dimensione surreale, avvolta da calde e voluttuose spire ed evoca lontani e remoti paesaggi lunari.
Il seguito è un esaltante Demon Cleaner, giusto connubio tra melodie ed impatto, sicuramente il mio pezzo preferito, davvero lisergica ed ammaliante dove John Garcia da il meglio di se, sfoderando una grande prova vocale ( http://www.youtube.com/watch?v=aLdOlzIRCdk&feature=related ) e traghettandoci verso l'ultima parte di questo album, destinato a diventare un classico senzatempo.
Personalmente apprezzo molto di più Sky Valley, rispetto al suo predeccessore, vuoi per l'appeal più melodico, vuoi perchè è grazie a questo disco che ho conosciuto i Kyuss, ma devo dire che non riesco a trovare un momento di stanca nell'ascolto di questi brani, dandomi la sensazione di trovare sempre qualcosa di nuovo ogni volta che lo ascolto....
Purtroppo dopo questo album ,i Kyuss iniziarono la loro parabola discendente che li porterà ad incidere un altro disco per poi sciogliersi e dividere i musicisti in una diaspora di progetti musicali e ad una recente reunion, senza però Josh Homme, impegnato con i suoi Queens of the Stone Age, anche se la magia di questi album non è più stata ricreata!
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