sabato 12 marzo 2011

Backspacer Pearl Jam (Monkeywrench Rec./Universal 2009)













Beh, se devo dirla tutta lo scorso decennio le produzioni targate PJ mi avevano abbastanza deluso, tanto da allontanarmi parecchio dalla band di Seattle, da sempre tra le mie preferite sin dagli esordi con il magnifico Ten.Ma la piega presa dai lavori "post Yeld", troppo asettici,ridondanti e impregnati di politica, a parte sporadici singoli episodi, mi avevano fatto pensare ad una band cotta e bollita,almeno dal punto di vista creativo, visto che on stage sono sempre stati impeccabili.
E poi, dopo tanto silenzio, ecco questa botta: Backspacer!!!! Un ritorno alla semplicità,all'esser diretti e a fare ottimo rock and roll con ritrovata ispirazione.
Il disco si stabilizza su di una mezzora abbondante di durata e la caratura dei brani è davvero alta, nessun filler, ma ottimi pezzi che sicuramente supereranno anche la prova del tempo, almeno per 4 o 5 di loro.
Il trittico iniziale Gonna see my Friend/Got Some/The Fixer non fa prigionieri, un attacco a testa bassa, semplice, diretto, dannatamente rock dove sono le chitarre e la voce incazzata di Vedder a dettare legge, come  ai tempi di Spin the Black Circle o State of Love and Trust. Il primo pensiero è stato un accostamento agli Who, band che tra l altro è osannata e spesso omaggiata dai PJ.
Un altro gradito ritorno al passato è stato l'affidare la regia a Brendan O Brien, storico produttore, che ha sempre saputo tirar fuori il meglio dalle canzoni dei Pearl Jam, soprattutto agli esordi, caratterizzando cosi il loro sound.
Andando avanti con l'ascolto ci imbattiamo in quel piccolo capolavoro di Just Breath, l'appendice dei viaggi di Johnny Supertramp nelle Terre Selvagge. Un ritorno all'intimità ed al calore della chitarra acustica, impreziosita da un quartetto d'archi e dalla magica voce di Vedder che in questa canzone si lascia andare alla sua personale riflessione nei confronti di chi lo ama e gli sta vicino giorno per giorno( yes I understand that every life must end ah ohhh/as we sit alone,I know someday we must go ah ohhh/I'm a lucky man to count on both hands the ones I love/ Some folks just have one/Others they got None)
E' tempo di bilanci per le rockstar quarantenni? sembra proprio di si, vista che anche la conclusiva The End sembra un amaro e disincantato resoconto di chi  è arrivato al giro di boa e lascia il sigillo sul passato, pronto per affrontare quello che gli si para davanti.(Before I disappear,Whisper in my ear,Give me something to echo in my unknown futures ear).Che sia l'epitaffio della carriera dei Pearl Jam?
Tra i miei pezzi preferiti vorrei citare Force of Nature, pregna di epicità soprattutto nel suo chorus da "live act", ma anche nei testi che evocano la volontà di chi è disposto a sfidare persino la forza della natura, pur di raggiungere il proprio obbiettivo.
Senz'altro Backspacer è un disco importante per i PJ, un disco che ha rivalutato le ambizioni della band, ma anche del mondo rock in generale, dove finalmente sono tornate in primo piano le chitarre a ruggire la propria rabbia. Solitamente chi supera i quarant'anni tende a rallentare i toni della propria musica, fanno inversione di marcia gli ex "grunge heroes" che invece ritrovano la voglia di alzare il volume dell'ampli e darci dentro come quando suonavano nei garage di Seattle!
http://www.pearljam.com/
http://www.pearljamonline.com/ (Italian Site)

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