Sicuramente qualcuno storcerà il naso vedendo pubblicata la recensione di una raccolta, ma credo che per un neofita del genere o a chi voglia avvicinarsi ad una band, non ci sia niente di meglio che un Greatest Hits che dia una idea esaustiva del genere e della qualità dei pezzi, piuttosto che perdersi in sterminate discografie, ormai alla portata di tutti grazie al download o al filesharing selvaggio.
La raccolta in questione spazia dagli esordi infuocati fino alle loro ultime produzioni in studio, dove i SD correggono il tiro creando brani più elaborati e parecchio influenzati dalla musica country e roots americana, dando vita ad un sottogenere che verrà definito cowpunk. Per l'occasione la maggior parte dei brani viene riregistrata e vi è l'aggiunta di un inedito, Far Behind, che nulla aggiunge e nulla toglie alla loro discografia, ma che vede per la prima volta una line up stabile che si protrae fin ai giorni nostri.
Sicuiramente chi apprezza i SD avrà la propria scaletta dii pezzi preferiti, ma direi che come tracklist, questa raccolta è parecchio esaustiva, anche se qualche gioiello è stato ovviamente lasciato fuori.
Tra gli imprescindibili citerei le autobiografiche Story of My Life e Ball and Chain, retaggio del passato "maledetto" di Mike Ness, redento dopo i suoi trascorsi tra comunità e carcere, la meravigliosa Prison Bound con quella citazione "...when Johnny says I walk the line.." che rende omaggio a quel Johnny Cash fonte d'ispirazione per Ness, tanto che registrerà una cover incendiaria di Ring of Fire (qui presente e cavallo di battaglia nei live set!).
Con When the Angels Sing ci addentriamo in territori più rock oriented, una triste poesia urbana che va a chiudere l'ultimo atto temporale della carriera dei SD.
Sicuramente più avanti verranno analizzati i singoli capitoli della discografia della band californiana, cosi come i dischi solisti di Mike Ness, ma come start up direi che può bastare, sperando di incuriosirvi e di spronarvi a ricercare i capitoli precedenti della band.
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