lunedì 11 luglio 2011

Drunken Lullabies Flogging Molly (SideOneDummyRecords 2002)













Nell'ultimo decennio c'è stato un vero e proprio revival di bands legate al filone Folk Punk di matrice irlandese e tra gli highlights non si possono non citare i Flogging Molly from Los Angeles, California.
Se la band è nata sotto il sole cocente californiano, non si può dire lo stesso del suo leader, Dave King, passaporto irlandese e cittadinanza dublinese, ma come molti suoi connazionali, trasferitosi sin da piccolo negli States.
i Mollys vantano una lunga discografia ed una solida reputazione live ed uno dei capitoli più belli della loro discografia è questo Drunken Lullabies del 2002.
Se bands come i Dropkick Murphys hanno un background punk con influenze folk, non si può certo dire la stessa cosa dei FM, dove il loro retaggio è principalmente legato alla musica tradizionale irlandese, rivista in una versione più elettrica, veloce e moderna: una sorta di Pogues a stelle e strisce.
Ma relegare cosi la band di Dave King è davvero riduttivo: i Mollys hanno la loro personalità ed un suono ben marcato ed in costante evoluzione, un songwriting ricco e testi mai banali, con tematiche forti e di carattere sociale.
L'opener che da il titolo al disco in questione è ormai uno dei pezzi da novanta della loro discografia, cosi come uno dei pezzi più gettonati dal vivo:l 'intro di banjo da il via ad un intensa cavalcata "irish punk" con un ritornello catchy che ti si stampa in testa al primo ascolto.
E poi via via il resto del disco prosegue che è un piacere tra pezzi tirati e splendide ballate (su tutte If I Ever Leave This World Alive) impregnate di scariche di chitarra elettrica, ma ben supportate da strumenti tradizionali come il violino ed il thin whistle.
Mi sembra doveroso soffermarsi anche sui testi, composti da King: il classico intellettuale folkish irlandese che tra una Guinness e l'altra dispensa nozioni e concetti in un fiume di parole degno del ben più illustre James Joyce.
L'ironia ed il sarcasmo tipico irlandese sono il marchio di fabbrica del songwriting di King che, raccoglie l'eredità delle classiche pub songs, mescolando fatalismo, malinconia ed una forte presa di coscienza sociale senza mai sfociare nel banale.
Tra gli highlights, oltre alle già citate Drunken Lullabies e If I Ever...segnalo anche Rebels of The Sacred Heart, degna dei migliori Pogues,mentre la conclusione dell'album viene affidata ad una triste e riflessiva ballad intitolata The Son Never Shines(on Closed Doors).
Se i Murphys calarono il jolly con la cover di Fields of Athenry, i Flogging Molly rispondono alla sfida virtuale con il loro asso nella manica, pescato dalla produzione di Pete St.John, coverizzando la sua "The Rare Ould Times", anche qui rifatta in una versione adrenalinica.
Da qui in poi la band califoniana inizia una progressiva evoluzione,incrementando sempre di più la matrice rock a discapito del lato più puramnete folk, sempe però rimanendo fedele alla sua tradizione.
A mio avviso questo è uno dei lavori meglio riusciti della prima parte della loro carriera, un'ottimo trampolino di lancio per farli conoscere ad un bacino d'utenza più ampio.
http://www.floggingmolly.com/
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