Oggi tratterò un argomento che esula un pò dai soliti post tradizionali riguardanti recensioni di dischi più o meno belli e più o meno misconosciuti. Oggi proverò a parlare di Dave Grohl, ovvero il mastermind di una tra le band più in vista di questo decennio: i Foo Fighters.
Sono sincero, non mi sono mai interessato più di tanto alla carriera solista di Grohl, ma dopo aver assistito, pochi giorni fa, al concerto della sua band, ho rivalutato il personaggio facendomi riflettere sulla sua produzione discografica in questi ultimi tre lustri e sul ruolo di prim'ordine che incarna nel stardom del rock and roll odierno.
Ma facciamo un lungo salto nel passato, quando Grohl, adolescente si infatua del punk rock, inizia a suonare come tanti ragazzi della sua età e diventa batterista di una band chiamata Scream. Qui inizia il suo viaggio del non ritorno nel magico circo del rock: molla tutto e diventa musicista a tempo pieno, macinando chilometri e spaccando bacchette nei primi tour scalcinati in America ed Europa.
Che sia un predestinato,probabilmente era scritto da qualche parte, perchè chiusasi l'avventura con gli Scream viene reclutato da altri perfetti sconosciuti per coprire il ruolo vacante di batterista in una grezzissima band chiamata Nirvana. Kurt Cobain rimane folgorato, dallo stile con cui questo ragazzo pelle ed ossa e capelli lunghi a coprire il volto, suona e lo vuole con se. Da qui in poi la storia diventa leggenda: Nevermind, tour mondiali, headliner nei principali festival, copertine di riviste,Mtv, soldi, fama e successo...il tutto a soli 23 anni. Ma i sogni si sa...prima o poi svaniscono ed un colpo di fucile pone fine ai Nirvana.
Ma nonostante tutto Grohl non si da per vinto, non vuole passare il resto della sua vita ad essere ricordato come il "batterista dei Nirvana", non vuole campare di rendita o di squallide reunion e da alla luce il suo progetto personale, i Foo Fighters, dove ricopre il ruolo di cantante, chitarrista, leader maximo e chi ne ha più ne metta.
Ovviamente i raffronti con il passato cosi pesante si fanno sentire, ma il coraggio e la determinazione di Grohl, oltre ad una viscerale passione per la musica, lo porterà a scrollarsi di dosso qualsiasi etichetta, tanto che ora, e possono testimoniarlo le folle oceaniche che seguono i concerti dei "Foos",si è costruito un personaggio nuovo, lontano anni luce dal "grunge", chiudendo cosi i conti con il passato.
Tanto di cappello per quello che h fatto e sta facendo tutt'ora: sei album all'attivo, una manciata di singoli che, complice un buon appeal da "heavy rotation" potrebbero essere tramandati ai posteri per generazioni a venire, un sound maturo e personale, una ricerca continua di innovazione e humour nei videoclip, ma soprattutto un ottima presenza on stage, che rende i Foo Fighters una delle poche band attuali che riesce a catalizzare cosi tante persone ai suoi concerti.
E lo dico da profano, perchè fino a pochi giorni fa non avevo mai assistito ad un loro live show, ma come ho detto sopra, devo ricredermi sulle potenzialità di questa band.
Un altro punto a favore di Grohl è il suo estraniarsi dal "rock and roll circus", il non far parlare di se se non per meriti musicali e non per altro. Probabilmente gli anni passati ad osservare la parabola discendente di un animo tribolato come Cobain lo hanno fortificato a non lasciarsi abbindolare dai "canti di sirena" che popolano il mondo dello spettacolo, concenrandosi sempre di più sull'aspetto musicale, basti pensare alle continue collaborazioni ed ai side project di cui fa parte: dai Queens of the Stone Age come ospite fino ai Them Crooked Vultures, insieme all'amico Josh Homme ed all'ex Zeppelin John Paul Jones. Il suo amore per le sonorità heavy, retaggio della sua adolescenza,lo ha portato a concretizzare i Probot, ovvero una chiamata a raccolta di vecchi "metal heroes" a suonare pezzi scritti appositamente per loro(da Lemmy fino ai Celtic Frost...) come tributo estremo verso i propri miti del passato.
Ed anche il climax live di Wembley di qualche anno fa con special guest proprio gli ex Zeppelin Page e Jones deve far capire quanto sia importante e rispettato al giorno d'oggi il nome di Dave Grohl, non solo da fans e critica, ma anche da chi ha fatto la storia ed ora risiede di diritto lassù nell'Olimpo.
There goes my hero
watch him as he goes
There goes my hero
he's ordinary
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