Era il lontano 10 aprile 1996 quando gli Alice in Chains registrarono questo live per MTV, seguendo la scia dei loro colleghi Nirvana e Pearl Jam, portabandiera di quel movimento che si creò a Seattle nei primi anni'90, tornando cosi ad esibirsi dal vivo dopo quasi due anni, ma ahimè, questa testimonianza live è da considerarsi il canto del cigno di una delle più belle realtà musicali che si svilupparono in quegli anni e che portarono linfa e ottimi album, ma che li videro ben presto eclissarsi sullla via dell'autodistruzione.
Da premettere che gli AIC non erano nuovi ad esperienze acustiche, vista la pubblicazione di EP come Sap e Jar of Flies, libere da orpelli elettrici e scarne di arrangiamenti pesanti, ma dai quali fuoriusciva l'anima più intima e drammatica della band di Seattle.
Ed allora via con questo set acustico costituito però da luci ed ombre, le prime presenti grazie alle canzoni immortali, estratte dalla discografia della band, spogliate e rimesse in gioco sotto un aurea più intima e profonda; le ombre, quelle lunghe e dannate dell'eroina e della tossicodipendenza di Layne Staley,ormai troppo radicata e causa dei continui black out sia dell'attività della band, sia nell''esecuzione di questo Unplugged.
In alcune fasi la voce di Layne arranca e fatica ad uscire dal suo corpo debilitato, in altri pezzi sbaglia addirittura le entrate e inverte le strofe, come in Sludge Factory, ma nel complesso vengono sempre i brividi nel sentir cantare tutta la disperazione e l'oblio di quest'uomo, soprattutto in canzoni come Down in a Hole e Rooster. Dove la sua voce non ci arriva, viene magistralmente aiutato da Jerry Cantrell, ormai sempre più al timone della band, dotato di una voce calda e profonda, cosi come di una tecnica chitarristica spettacolare, resa ancor più bella in veste acustica. A completare la line up Mike Inez al basso (si può sentire un divertente siparietto con i Metallica, presenti tra il pubblico, in prima fila , quel giorno), sean Kinney alla batteria e Scott Olson come ospite aggiunto alla chitarra.
Nell'ora a disposizione veniamo catapultati in un viaggio psichedelico nel disagio degli Alice In Chains, nel loro mondo costellato da drammi chimici e di alterazione mentale,estratti dal loro capolavoro Dirt fino al loro ultimo omonimo album, quello più "stonato" con pezzi come Frogs, Sludge Factory e la strampalata Over Now.
Per l'occasione viene proposto anche un inedito, Killer in Me, che ad esser sinceri nulla toglie e nulla aggiunge alla loro gloria.
Per chi non conoscesse gli Alice in Chains, forse la più sottovalutata band della cosiddetta "grunge era", direi di "studiare" prima gli album e poi passare a questa versione Unplugged, che chiude il cerchio di uo dei migliori e sfortunati acts che gli anni Novanta abbiamo partorito.
Layne Staley è morto per overdose il 5 aprile 2002.....
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