sabato 10 marzo 2012

Meet Some Freaks on Route 66 Afterhours ( Edizioni L'Espresso 2012)











A scanso di equivoci, questo non è il nuovo album degli Afterhours, ma un cd allegato con il mensile XL, dove la band ha voluto regalare ai propri fans una raccolta dei loro brani più rappresentativi che, per l'occasione, sono stati manipolati, risuonati e riregistrati in versioni differenti dagli originali davvero interessanti..
Lo scorso anno la band milanese si è imbarcata in un tour americano lungo la leggendaria Route 66 e, durante i day off, si sono fermati in alcuni tra i più famosi studi di registrazione presenti in quella zona, lasciandosi ispirare dalla storia che aleggiava in quei luoghi e, registrando cosi, alcune tracce che sono poi finite su questo particolare cd.
Il bello, ascoltando questo EP, è come canzoni ormai consegnate alla storia si prestino ad essere elaborate dagli stessi autori, conferendo una nuova veste a inni che chissà quante volte ci siamo trovati a cantare a squarciagola a qualche concerto o in macchina.
Si parte con E' Solo Febbre, spogliata dall'ossatura ritmica della batteria e  costruita su scariche di chitarra elettrica e da inserti di violino di Rodrigo D'Erasmo che conferiscono al pezzo un senso di disagio e cupa alienazione, sonorità tipiche di certe bands americane anni Novanta da cui gli Afterhours hanno sempre preso parecchia ispirazione. Anche La Sottile Linea Bianca è strutturata su questi chiaro-scuri con le sue improvvise deflagrazioni elettriche molto simili ai Nirvana più criptici o ai Melvins di King Buzzo.
Ed in effetti mi viene da pensare a dove sarebbero ora Manuel Agnelli e soci se fossero stati di Seattle, Chicago, New York o Los Angeles!
Pelle viene riproposta in una versione dove è il piano a dominare  e condurre le danze, mentre Male di Miele viene rallentata e resa ulteriormente pesante e claaustrofobica. C'è spazio anche per Il Paese è Reale, il pezzo con cui andarono qualche anno fa a Sanremo, mentre Ballata per la mia Piccola Iena è forse la versione più simile all'originale,ma la considero un highlight di questo EP che si chiude con la cover di Tim Buckley, Dolphins, suonata insieme agli emergenti Majakovich, compagni di tour ed ideale passaggio di testimone tra vecchia e nuova generazione.
Per i fans degli Afterhours questo è un acquisto obbligato, ottimo antipasto prima del prossimo album in uscita il prossimo mese che sicuramente sarà uno degli highlight di questo 2012!
www.afterhours.it
www.myspace.com/weareafterhours

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