Era il 13 Ottobre del 1982 ed il catino dello Shea Stadium di New York traboccava di gente per l'imminente concerto dell'accoppiata tutta inglese Clash e The Who. Ovviamente la band di Roger Daltrey sarebbe stata l'headliner della serata, mentre il successo del singolo Should I Stay or Should I Go aveva creato parecchio interesse verso la band di Strummer e soci, tanto da catapultarli da piccole venue come palazzetti e teatri al bagno di folla di uno stadio immenso come lo Shea.
L'epoca era quella di Combat Rock. ovvero le tute mimetiche, gli anfibi, la cresta di Strummer, omaggio al De Niro di Taxi Driver, ma anche lo zenit commerciale della band, che però fu il preludio al declino, dato da dissidi e liti interiori che portarono allo scioglimento da li ad un paio di anni.
I 50 minuti a disposizione catturano l'essenza dei Clash, diretti e carichi di energia, pronti a conquistare la folla, nonostante siano gli outsider della serata e, molto probabilmente il pubblico a stelle e strisce poco sa dell'impegno politico della band inglese, della working class e delle tensioni sociali di cui si è sempre fatta portabandiera. Strummer e soci vanno diretti per la loro strada sin dall'iniziale London Calling con i suoi riff secchi e i ritmi sincopati.
E se deve essere live...che live sia, con le imperfezioni, gli errori e le stonature perchè sulle assi del palco può succedere di tutto, anche un Mick Jones, forse emozionato per la marea umana che si trova difronte, che dimentica le parole di Police on my Back e viene soccorso da Joe Strummer che invita il pubblico a fare silenzio.
La scaletta offre (quasi) tutto il meglio della discografia dei Clash, da Guns of Brixton a Tommy Gun, da Spanish Bombs alla lunga digressione reggae di The Magnificent Seven /Armagideon Time: tutto il colorato e multiculturale mondo di Strummer e soci viene condensato e dato in pasto al pubblico nell'ora scarsa a disposizione che però sembra esaltarsi solo sul finale con la richiestissima Should I Stay or Should I Go.
Ad ogni modo il concerto allo Shea Stadium ( che da anni girava già come bootleg) è un documento importante per i fans della "only band that matters" visto che ne celebra il trionfo in terra americana e li immortala all'apice della loro popolarità, pochi mesi prima dal loro ritorno in patria e dall'inizio del declino.
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