Birmingham, Inghilterra, fine anni Sessanta, nel circuito dei locali rock della zona si nota una band, gli Earth, devota al blues ed al rock and roll dell'epoca che si sta facendo strada tra le decine di musicisti locali. Hanno buona tecnica e suonano in ogni buco, ma serve qualcosa per emergere dall'anonimato e dalla miseria di una città industriale che si sta rimettendo in piedi dopo gli sfaceli della Guerra. La sfortuna si abbatte sul loro chitarrista, Anthony "Tommy" Iommi, che perde due falangi in un incidente di lavoro e deve rivoluzionare il suo modo di suonare lo strumento, portandolo a sperimentare nuove sonorità che si riveleranno un intuizione geniale per il futuro della band. Cosi come l'interesse per l'occulto, l'esoterismo e gli horror movie da parte del bassista, Terence "Geezer" Butler che darà una svolta all'immagine, ai testi ed al nome della band stessa che deciderà di chiamarsi Black Sabbath, in onore di un vecchio film di Boris Karloff. La ciliegina sulla torta viene dal cantante, John Michael Osborne, detto Ozzy, folle e dedito al consumo smodato di alcolici, ma con un carisma unico sulle assi del palcoscenico.
Con queste premesse si affaccia sul mercato nel 1970 il primo album, omonimo, con una copertina inquietante che lascia presagire i contenuti malevoli e cupi del disco: una Madonna Nera che si staglia nella brughiera inglese, un immagine offuscata che fa da preludio alla prima canzone, Black Sabbath appunto, aperta da campane a morto, lo scrosciare della pioggia e da suoni sinistri: da questo momento nulla sarà più come prima!!
Dalla titletrack ( che parla di una messa nera) a N.I.B (Nativity In Black) ci sono riferimenti continui al Diavolo ed alle sue manifestazioni, ma sono i suoni che cambiano completamente rispetto al passato complici anche le tonalità di chitarra ribassate e la voce allucinata di Ozzy Osbourne, vero sciamano in preda ad un trip lisergico.
Il passato blues è ancora forte come in The Wizard o Evil Woman, ma è l'ultimo legame che i Sabbath avranno con la loro precedente incarnazione. ormai il sasso è stato gettato nello stagno e si è creato il flusso giusto che li porterà ad incidere il secondo album, Paranoid ed entrare nella leggenda.
Sicuramente questo non è il capolavoro dei Sabbath, anzi ci sono ancora angoli da smussare ed una personalità da costruire al cento per cento, ma è il punto di partenza di una carriera che dura da oltre quarant'anni ed ha dato vita al movimento metal ed al suo immaginario legato al soprannaturale ed all'occultismo, cosi come ai suoi sottogeneri, il doom metal su tutti, caratterizzato da suoni lenti, cupi e scarni come vuole la titletrack che apre questo disco.
Da riscoprire ed adorare!!
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