sabato 22 dicembre 2012

Drugs, God and the New Republic Warrior Soul (Geffen Records1991)












Che cos'è una cult band? Si definisce tale una band che durante la propria carriera ha proposto musica innovativa ed originale, raccogliendo ottime recensioni dagli addetti ai lavori e creandosi una buona reputazione grazie al continuo passaparola dei fans, ma che , nonostante tutto rimane sempre relegata ai margini del business discografico, per raccogliere poi, a distanza di anni, i meritati frutti del lavoro svolto.
Si può definire tale la band capitanata da Kory Clarke, istrionico leader di una delle migliori realtà degli Anni Novanta? A mio avviso si, dato che all'epoca i Warrior Soul licenziarono un buon filotto di album che fecero splendere la loro meteora per almeno un lustro.
Drugs, God and the New Republic è il  secondo lavoro, che permise loro di fare un notevole salto di qualità grazie ad un sound potente e melodico, a metà tra lo street metal ed il punk americano, con i testi di Kory sempre molto attenti al contesto sociali e carichi di rabbia al vetriolo.
Sin dall' intro strumentale si nota subito l'originalità di una band davvero fuori dagli schemi, un suono carico di chitarre ma allo stesso tempo ipnotico ed ammaliante che deflagra nella cover dei Joy Division, Interzone.
Anche qui una mosca bianca nel panorama musicale dell'epoca, dato che la band di Ian Curtis non era ancora cosi idolatrata come in questo ultimo decennio, ma la versione di Kory Clarke e soci la rende aggressiva ed anarchica, un vero e proprio anthem a metà tra il punk ed il metal.
La title track affonda i denti in sonorità che si sarebbero affermate qualche anno dopo a qualche centinaio di chilometri da New York. Sto parlando di Seattle e del movimento grunge, visto che sia il cantatato che la musica dei Warrior Soul è fortemente accostabile ai lavori degli Alice in Chains prima maniera, anche se in un formato più aggressivo. La critica coniò un termine per etichettare la loro musica, definendola "acid punk", ma i punti di contatto con la Seattle scene sono davvero tanti, basti ascoltare la successiva Jump for Joy per capire quanto fossero avanti i Warrior Soul.
Il lato più metal viene fuori nel singolo The Wasteland, sostenuto da un ottimo riff di John Ricco, un ottimo ed originale chitarrista, a mio avviso molto sottovalutato all'epoca, che pagò il dazio di trovarsi al crocevia tra il declino dei guitar heroes anni Ottanta e la nuova voglia di ribellione punk rock dei Novanta.
Proprio Wasteland contiene liriche manifesto del Warrior Soul-pensiero ovvero un incendiario atto di anarchica rivolta su di uno scenario di degrado urbano.
I can't live unless I'm free you've gotta run to stay with me
I move from town to town I'm livin' on the underground
hey baby come with me I meet a lot of good company
to beat the system move around it's the only way to freedom today
find the freedom today if I make bail tell you where I go
gonna cross the border into mexico tequila's cheap as sunshine
wind up bangin' everything in sight I'm free and that's a fact
once I leave I ain't never comin' back
I'm in the wasteland

Il disco prosegue con altre due gemme come Children of The Winter, un intenso ed emozionante pezzo metal che vede Ricco sugli scudi e Kory Clarke intonare un liberatorio inno di speranza e di lotta, forse uno ei migliori testi di questo album
this fight's for you and me in the land of the free
the rock minority against hypocrisy
they crucify our words but they don't understand
we wan't a better world and a share of our land
they point at us but we're their children
we fight because they thaught us to be free
the land where our fathers died the land of the pilgrims pride
forced us to decide if we stand or if we hide
belive in me we'll fight forever
until we're free
we'll fight together oh , ya come on down
children of the winter walk into the springtime
the fathers fought a revolution a fight for what we belive in
our rights sown there's no confusion
I don't need to be forgiven to be forgiven
the land where our fathers died the land of the pilgrims pride
my hatred I can't hide I'll kill before they take my rights
come walk with me we'll go to heaven
the world will be our dream toghter
come take my hand rejoice forever
the promised land if we remember
children of the winter
walk into the springtime 

e la successiva Hero, una power ballad che riporta i Warrior Soul nei territori hard rock più classici, ma che regala una delle più belle songs del loro repertorio e, soprattutto degli Anni Novanta.
Con questo album inizia il grande salto della band che la vedrà  realizzare altri due dischi per poi sciogliersi e rinascere sotto altri monicker. Questo è un ottimo punto di inizio per scoprire tutta la discografia di questo gruppo e conoscere il mondo musicale di Kory Clarke, sicuramente un personaggio di culto che, a suo modo, ha lasciato il segno nel panorama rock/metal dei Nineties.
www.myspace.com/warriorsoulinfo
www.facebook.com/warriorsoulofficial
spotify:album:6iWO2KFTBp9T7mtsLucHmn




2 commenti:

  1. ... Quanti ricordi mi rievoca la copertina e la musica contenuta nei solchi di questo disco. Ricordo che era l'autunno del 1999 e come ogni sabato mi recavo alla fiera di Sinigaglia, che si svolgeva sui Navigli di Milano. Comprai l'audio cassetta a 1000 lire, incuriosito dalla strana front cover, dal nome dalla band e dal titolo dell'album! Inserita nel mio amato walkman (tuttora custodito gelosamente in casa mia), venni scaraventato in un vortice sonoro, mai udito prima, tanto meno sperimentato in futuro. Una (delle tante) band incomprese e svilite dal menefreghismo delle Major, e qui potrei aprire una lunghissima parentesi sull'incendiario street metal (o meglio, street rock) fuoriuscito dai ghetti a stelle e strisce. Complimenti per l'articolo! Se hai tempo da perdere fai un salto sul mio blog! Ciao e grazie per l'attenzione! http://raisedonmelodies.blogspot.it/

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    1. Grazie a te per essere passato sul mio blog!!! Sicuro che vado a spulciare tra i tuoi articoli! grazie ancora

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