Domanda: si può essere incazzati e punk a cinquanta e passa anni suonati? Ascoltando il ritorno discografico di Bob Mould la risposta è si, eccome!!!!
Silver Age è l'ultima fatica di una delle icone punk rock per eccellenza, leader dei seminali Husker Du (non li conoscete? andate ad ascoltarvi Zen Arcade!) e poi di quel gioiellino pop-rock dei Sugar, band che ebbe un discreto successo nei circuiti alternativi negli anni Novanta.
Ed ora rieccolo in pista, a contemplare la sua "Silver Age", ovvero quella mezza età che lo vede ancora irrequieto ma riflessivo allo stesso tempo, ma soprattutto capace di scrivere tre quarti d'ora di ottima musica e di proporre una miscela di power pop che lascia stupefatti!
Il terzetto iniziale Star Machine/Silver Age/The Descent è un biglietto da visita al fulmicotone, dolci caramelle pop rivestite da una ruvida corazza di chitarre, basso e batteria.
Bob Mould riprende la lezione di storia dei suoi Husker Du e la tramanda alle nuove generazioni addolcendola con i suoni della generazione rock attuale: Foo Fighters, Green Day e Bad Religion in primis, con la benedizione proprio di Dave Grohl che ha sempre speso grandi elogi per questo cinquantenne punk rocker!.
La ballata elettrica Steam of Hercules è un punto di rottura e serve per prendere fiato per poi ributtarsi a capofitto nella seconda metà del disco dove la doppietta finale Keep Believing (altro omaggio ai Foo Fighters) e First Time Joy ci danno il commiato lasciandoci la soddisfazione addosso e la voglia di pigiare un altra volta il tasto play per ricominciare da capo.
Non è un album che salverà le sorti del rock and roll, ma fa stare bene: è fresco, è veloce ed è dannatamente ruffiano ma senza mai cadere nel banale, ovvero una ricetta che solo i grandi rocker possono saper miscelare.
Se Silver Age sta per mezza età e capelli brizzolati, io aggiungerei anche "ArgentoVivo" dato che il buon Bob Mould sembra davvero avercelo addosso e la frase "Never Too Old to Contain My Rage", contenuta proprio nella titletrack, sembra davvero esserne il manifesto più lampante.
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