domenica 3 novembre 2013

Peace Vista Chino (Napalm Records 2013)












Allora vediamo dove eravamo rimasti..ah si con la reunion 2011 sotto il monicker Kyuss Lives che ha portato in giro per il globo i fasti della band stoner per eccellenza, grazie a quei capolavori come Blues for the Red Sun e Welcome to the Sky Valley, pietre miliari degli anni Novanta.
Ovviamente alla reunion in questione non partecipò Josh Homme, il quale diede comunque il suo benestare per l'operazione amarcord, ma quando si susseguirono voci di un nuovo album targato Kyuss, il chitarrista dei Queens of The Stone Age iniziò una battaglia legale per l'uso improprio del nome della band e cosi, a distanza di due anni, ecco i Vista Chino, ovvero John Garcia, Nick Olivieri, Brant Bjork ed il chitarrista belga Bruno Fevery al nuovo debutto discografico per non dire alla nuova reincarnazione dei leggendari Kyuss.
L'attacco iniziale di Dargona Dragona è micidiale(anche il titolo stralunato lo è..come da tradizione), con quelle chitarre sature che anticipano l'attacco basso-batteria che tanto ha fatto sbavare i fans di Sky Valley. La voce di Garcia è graffiante ed acida come non mai e migliore apertura non la si poteva chiedere.
Sembra che il tempo non abbia scalfito l'identità di questa band che con questo Peace ha riacceso gli amplificatori ed ha iniziato a picchiare duro esattamente dal punto in cui si erano interrotti nel 1995: Planets 1 &2 è la degna erede di Green Machine con il suo riff spaccacollo ma il fattore aggiuntivo sono quelle linee melodiche che Bruno Fevery tira fuori dalla sua chitarra fino all'implosione finale di suoni distorti.
Ed ecco il nodo gordiano su cui ruota l'attenzione di tutti: l'assenza di Josh Homme soppiantata da un chitarrista semisconosciuto che raccoglie l'eredità di uno dei musicisti più geniali degli Anni Novanta.
Anche senza Homme , Peace ed i Vista Chino stanno in piedi con le proprie gambe, provate ad ascoltare la lunga suite Acidize..The Gambling Moose, tredici minuti che racchiudono tutto il meglio che possano proporci tra cavalcate dirompenti e momenti sognanti, il tutto guidato dalla voce di Garcia,uno sciamano che interpreta al meglio le composizioni, alternando parti graffianti a passaggi melodici.
Adana è un blues malato, figlio della solitudine magica che solo il deserto può evocare, mentre la latineggiante Mas Vino è il preludio a Dark and Lovely oscura canzone di confine tra terre desolate.
I Kyuss (perchè nonostante il cambio di nome per me rimangono tali) sono tornati, per dominare di nuovo le strade polverose, le dune striscianti ed adorare il sole cocente che ha dato loro fonte d'ispirazione e si mettano il cuore in pace i detrattori che non hanno mai visto di buon occhio questa reunion: i Vista Chino hanno ripreso in mano lo scettro dello stoner e sinceramente va bene cosi, visto che non ho mai sopportato la svolta stilistica di Homme ed i suoi QOTSA, troppo fighetti e puliti per i miei gusti, mentre, al contrario ho sempre adorato le sonorità sporche, grezze ed allucinate di capolavori come Blues for the Red Sun e Sky Valley e non chiedevo di meglio che un ritorno in grande stile come questo.
P.S.
Tra poco i Vista Chino saranno in visita in Italia per un unica data il 16 Novembre al LiveClub a Trezzo d'Adda...
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