Ho sempre pensato ai Creedence Clearwater revival come ad una band imprescindibile, uno di quei gruppi le cui canzoni le conosci da sempre e, soprattutto le conoscono tutti, un pò come i Ramones per il punk o i Deep Purple per l'hard rock. Complici alcune hit (nel loro caso una abbondante mezza dozzina) che hanno strapazzato le classifiche quasi cinquant'anni fa, diventando cosi patrimonio della memoria collettiva del popolo rock e non solo, i CCR sono stati una fulgida meteora che ha brillato per circa un lustro, ma i bagliori che ha lasciato dietro di se si percepiscono ancora a distanza di decenni.
La band, guidata dai fratelli Fogerty, in particolare da John si affaccia verso la seconda metà degli anni Sessanta, in un panorama musicale in fermento per la nuova era psichedelica, dove i mostri sacri, in preda agli eccessi lisergici si lasciano andare a lunghissime suite musicali e la controcultura hippie la fa da padrona.
Ecco, in questo contesto i CCR si riappropriano delle radici musicali dell'America, quella "roots music" che abbraccia il blues del Delta, il folk, il country sudista ed il buon rock and roll del decennio precedente. Praticamente una mosca bianca che offre hit da pochi minuti, senza assoli ma dall'impatto devastante, destinate a diventare dei capolavori immortali.
L a sezione ritmica è il punto di forza: scarna, semplice ma che colpisce diretta al punto, facendo muovere mani e piedi. La voce di Fogerty è un urlo rauco, figlio delle paludi della Louisiana, patria di blues e voodoo, tanto che nel loro primo album viene coverizzata I Put a Spell on You di Screaming Jay Hawkins, vecchio cerimoniere della Musica del Diavolo. Le chitarre strimpellano accordi semplici e lineari come nella migliore tradizione folk-country, basti pensare a Proud Mary, la loro hit di maggior successo, presente nel loro secondo album, un tributo al Grande Fiume, il Mississippi, fonte di ispirazione e di vita, una colonna sonora per qualsiasi aspirante Huckelberry Finn.
Nonostante quelli furono anni di gran fermento politico e sociale, i CCR si distanziarono dagli intellettualismi della scena musicale, preferendo di gran lunga suonare, facendosi conoscere un pò dappertutto: una vera attitudine "Working Class" che costò a loro parecchie critiche, figlie di un epoca dove l'importante era schierarsi. A loro modo però, John Fogerty e soci riuscirono ad esprimere il loro messaggio sociale, soprattutto nel quarto album "Willy and the Poor Boys", dove per la prima volta si tratta il tema della guerra, come nella hit rock and roll Fortunate Son
Some folks are born made to wave the flag,
Ooh, they're red, white and blue.
And when the band plays "Hail to the chief",
Ooh, they point the cannon at you, Lord,
It ain't me, it ain't me, I ain't no senator's son, son.
It ain't me, it ain't me; I ain't no fortunate one, no,
Yeah!
Some folks are born silver spoon in hand,
Lord, don't they help themselves, oh.
But when the taxman comes to the door,
Lord, the house looks like a rummage sale, yes,
It ain't me, it ain't me, I ain't no millionaire's son, no.
It ain't me, it ain't me; I ain't no fortunate one, no.
Some folks inherit star spangled eyes,
Ooh, they send you down to war, Lord,
And when you ask them, "How much should we give?"
Ooh, they only answer More! more! more! yoh,
It ain't me, it ain't me, I ain't no military son, son.
It ain't me, it ain't me; I ain't no fortunate one, one.
It ain't me, it ain't me, I ain't no fortunate one, no no no,
It ain't me, it ain't me, I ain't no fortunate son, no no no
La denuncia al sistema è palese e diretta e anche i critici più strenui iniziano a capire la portata di successo di una band come i Creedence.
Il disco successivo Cosmo's Factory è da considerare il capolavoro della band, un album completo e maturo che mostra tutte le sfaccettature che hanno delineato le caratteristiche dei CCR, trainato dal singolo Who'll Stop the Rain, arioso e melodico ma pungente contro la guerra, rimane il più grande successo commerciale di Fogerty e soci. La versione "espansa" di I Heard it Through the Grapevine è monolitica cosi come la ballata soul Long as I can See the Light, impreziosita da un solo di sax che le conferisce un mood molto notturno e noir. Il rock and roll sfrenato viene citato da Travellin Band, manifesto della vita on the road di chi ha scelto di fare il musicista, mentre Run to the Jungle è l'ennesima invettiva anti Vietnam.
Purtroppo quando arrivi in alto puoi solo scendere e da questo momento inzia la parabola discendente dei CCR, che fanno altri due dischi fiacchi e poveri di idee (anche se riescono a regalare un altra perla: Have You Ever Seen the Rain) prima di sciogliersi definitivamente dopo un quinquennio di piena attività.
Da qui in poi ognuno dei musicisti coinvolti prenderà strade diverse, anche se solo John Fogerty riuscirà a costruirsi una carriera di tutto rispetto, a conferma del fatto che la mente dietro la band era lui, autore di gran parte dei pezzi e cuore pulsante ei Creedence.
Cosa rimane a questo punto? Una grande, enorme eredità musicale che va aldilà dei singoli brani, ma che getta un ponte tra la tradizione americana ed il rock and roll e si protrae avanti per oltre cinquant'anni, influenzando schiere di musicisti a venire. Basti pensare a quante band hanno coverizzato i pezzi dei Creedence: da Springsteen ai Ramones passando per Dropkick Murphys (tra le nuove leve) fino a Lucio Battisti.
Forse l'appellativo di American Band calza davvero a pennello su di loro, i primi a portare al grande pubblico quell'immaginario fatto di Route 66, Nevada, Elvis Presley, New Orleans e la Louisiana,il Delta del Grande Fiume e le camicie di flanella in un epoca dove la bandiera a stelle e strisce era un peso da portare tanto quanto la loro presenza a Woodstock, una sfida vinta verso chi li osteggiava per non schierarsi apertamente con la rivoluzione.
Put a candle in the window, but I feel I've got to move.
Though I'm going, going, I'll be coming home soon,
'Long as I can see the light.
Pack my bag and let's get movin', 'cause I'm bound to drift a while.
Well I'm gone, gone, you don't have to worry no,
'Long as I can see the light.
Guess I've got that old trav'lin' bone,
'cause this feelin' won't leave me alone.
But I won't, won't be losin' my way, no, no
'Long as I can see the light.
http://creedence-revisited.com/
http://www.johnfogerty.com/
Una macchina ritmica pazzesca; magari un po' ripetitiva ma pazzesca.E alcuni brani assolutamente "killer".
RispondiEliminaDecisamente!!! hanno scritto canzoni immortali ritagliandosi un bel pezzo di leggenda nella soria del rock!
RispondiEliminaGrazie per il tuo commento!