domenica 5 aprile 2015

Social Distorsion Social Distorsion ( Epic Records 1990)













Tra le numerose bands che hanno caratterizzato la scena punk californiana degli Anni Ottanta, i Social Distorsion sono stati i più atipici, lontani dall'immediata violenza hardcore e più legati ad un sound più inglese e settantasettiano (Clash su tutti) ed al vecchio rock and roll dei Fifties.
Purtroppo  varie vicissitudini legate a line up poco stabili e ad una tossicodipendenza  sempre più acuta del leader Mike Ness ha minato non poco la prima parte della loro carriera, ma con l'arrivo degli Anni Novanta e con la conseguente caccia delle major per accappararsi la "next big thing" di turno, anche loro riescono ad avere un contratto con la Epic Records che darà alle stampe questo omonimo album.
Le vendite e la popolarità della band subiscono una forte impennata, complici pezzi molto radiofonici ed una maggiore accuratezza dei suoni che servono a limare le spigolosità degli esordi ed anche il songwriting di Mike Ness che diviene più maturo, soprattutto nelle canzoni trainanti, come l'autobiografica Story of My Life e Ball and Chain. 
Questi due pezzi, ormai imprescindibili nella setlist della band, sono un nuovo punto di partenza della band, una decisa sterzata verso territori country e rock and roll, per  i quali verrà coniato un termine, il "cowpunk" che verrà utilizzato per questo suono ibrido ma estremamente diretto ed affascinante.
In Story of My Life  Mike Ness sviscera la  prima parte della sua vita, tra disagio, rabbia adolescenziale ed una nostalgia di fondo che sarà il trademark delle sue composizioni

Good times come and good times go,
I only wish the good times would last a little longer.
I think about the good times we had
And why they had to end
So I sit at the edge of my bed
I strum my guitar and I sing an outlaw love song.
Thinkin' 'bout what you're doin' now
And when you're comin' back.

Invece Ball and Chain ha il forte sapore della riflessione,il pentimento per gli errori fatti in passato, le droghe, gli amori finiti ed il carcere. La sua è una ricerca di redenzione che lo farà diventare il meraviglioso antieroe e perdente che conosciamo ora.
Well I'll pass the bar on the way
To my dingy hotel room
I spent all my money
I've been drinkin' since half past noon
Well I'll wake there in the mornin'
Or maybe in the county jail
Times are hard getting harder
I'm born to lose and destined to fail
Un punto di riferimento è senza dubbio Johnny Cash, tante sono le similitudini tra loro e se nei dischi precedenti veniva spesso citato, ora viene anche coverizzato un suo pezzo, forse il più famoso, quella Ring of Fire che verrà avvolta da scariche elettriche ed urgenza punk rock!
Ma il resto del disco non può passare sottotono, anzi le iniziali So far Away e Let it Be Me, seppur con arrangiamenti decisamente migliori, hanno il mood dell'esordio Mommy's Little Monster: un sound inconfondibile che parte dai Clash e dalla rivoluzione del 1977.
Sick Boys è un inno alla strafottenza ed alla ribellione e guardando la foto sul retro del disco, mai titolo fu più azzeccato: quattro teppisti rockabilly che sfoggiano sguardi da duro e ostentano sicurezza.
L'immagine e il sound rockabilly fanno capolino in She's a Knockout, mentre il pezzo finale Drug Train è un torrido blues-punk, un ideale incontro tra gli Stones ed i Gun Club.
Per molti fans della prima ora questa decisa sterzata fu vista come un tradimento fatto e finito, per molti altri questo è il capolavoro assoluto della band( tanto che quest'anno verrà celebrato un tour commemorativo per i 25 anni dalla sua release). Per quel che mi riguarda questo disco è il punto d'inizio di una nuova fase della carriera dei Social Distorsion, uno snodo importante che lascia alle spalle un suono ancora acerbo e pone davanti una band che sta trovando la sua strada creandosi un sound nuovo, maturo che va ad affondare le sue radici nelle profondità del country e del rock and roll, elevando Mike Ness ad un songwriting sempre più profondo, personale ed affascinante.